Valorizzazione dei beni culturali e promozione e organizzazione di attività culturali

Il lavoro, suddiviso in tre parti, illustra, nella prima, la disciplina delle competenze statali e regionali in materia di valorizzazione dei beni culturali, nella seconda, quella in tema di promozione e organizzazione delle attività culturali con uno sguardo particolare all’ambito materiale dello spettacolo per passare, nella terza parte, alla verifica concreta degli interventi regionali in tema di cultura dopo la revisione del titolo V della Costituzione. La scelta di parlare insieme di beni e attività culturali non deriva, infatti, tanto dalla formula costituzionale (art. 117, comma 3, che sembra, invece, aver voluto differenziare i primi dalle seconde), quanto piuttosto dalla prassi, invalsa soprattutto in alcuni ordinamenti regionali e in recenti leggi di riordino, di disciplinare il settore “cultura” in tutte le sue manifestazioni: dai beni (materiali e immateriali) alle attività culturali, comprese le attività di spettacolo.
Concludono il lavoro alcune riflessioni sulle possibili cause e giustificazioni della modesta produzione legislativa in ordine alla valorizzazione dei beni − specie in raffronto al contiguo settore delle attività culturali − e alcune considerazioni critiche sulle recenti richieste delle Regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”, previste dall’art. 116, comma 3, della Costituzione per le quali si è tentato di dimostrare come la maggiore autonomia richiesta, per la materia in esame, potrebbe essere soddisfatta con il ricorso e il potenziamento di alcuni strumenti già presenti nell’ordinamento.

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The contribution is divided in three parts. The first one is devoted to State and regional competences with regard to the enhancement of cultural heritage; the second one deals with promotion and organization of cultural activities, with a primary focus on the material scope of entertainment/shows (“spettacolo”); the last one consists of a factual verification of regional interventions in the cultural field after the modification of Title V of the Italian Constitution. The reason why we deal with cultural activities and heritage at the same time doesn’t lie in the Constitution (since art. 117, paragraph 3, seems to differentiate between activities and heritage), but rather in practice emerging in few regional orders and in recent reorganization laws (“leggi di riordino”), on the basis of which the cultural field has to be regulated in all its manifestations: from (material and immaterial) heritage to cultural activities, included entertainment.
The work ends with reflections on possible causes and justifications of the modest lawmaking concerning heritage enhancement – especially in comparison to the related field of cultural activities – and some critical observations with regard to recent requests by Regions (Lombardia, Veneto and Emilia-Romagna) for “further special forms and conditions of autonomy” provided for by art. 116, paragraph 3, of the Constitution. In relation to this latter point, we have tried to prove that the further autonomy requested could be achieved by resorting to (and enhancing) mechanisms that are already present in the legal order.

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