Il regionalismo italiano dopo la crisi e il referendum costituzionale. Appunti per concludere una lunga transizione

Il risultato negativo del referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale, per un verso, conclude il ciclo della legislazione dell’emergenza e, per l’altro, ripropone la necessità di dare una più compiuta e coerente attuazione al Titolo V della Costituzione.
Il lungo dibattito di questi ultimi anni condizionato dall’emergenza ha mostrato come le Regioni e le autonomie locali siano state importanti per limitare gli effetti della recessione soprattutto sul piano sociale. Inoltre, proprio dalle Regioni e dalle autonomie è venuto il maggior contributo al risanamento della finanza pubblica.
La legislazione della crisi ha alterato le relazioni istituzionali tra lo Stato e le Regioni, così come tra lo Stato e le autonomie locali. Non si tratta ora di ripristinare la situazione anteriore alla crisi, bensì di trarre dall’esperienza della crisi l’insegnamento per sviluppare ulteriormente il regionalismo e il sistema delle autonomie locali.
Il saggio presta attenzione ai principali aspetti delle problematiche istituzionali che sono rimaste in questi anni in attesa di una risposta adeguata, come la competenza concorrente, l’integrazione della Commissione bicamerale per gli affari regionali, in base all’art. 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001; inoltre, considera la vicenda del federalismo fiscale e del coordinamento della finanza pubblica, così come la clausola di asimmetria dell’art. 116, comma 3, Cost., e la posizione delle regioni speciali; infine, esamina la vicenda delle Province e delle Città metropolitane, fortemente condizionate entrambe dalla legislazione della crisi. Da ultimo, per riprendere il senso del regionalismo italiano, da un lato si richiama il dibattito dell’Assemblea costituente e, dall’altro, la spinta che l’ordinamento europeo dà al regionalismo.

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The negative result of the 4th December referendum on constitutional reforms, on the one hand, ends the cycle of emergency legislation and, on the other hand, propose again the need of giving a more complete and consistent implementation of Title V of the Constitution.
The long debate of recent years affected by the emergency, showed how the regions and the local governments have been important to limit the effects of the economic recession, particularly in social terms. Also, just by the regions and local governments came the greatest contribution to the consolidation of public finances.
The crisis legislation has altered the institutional relations between the state and the regions, as well as between the state and local governments. It is time not to restore the situation prior to the crisis, but to be drawn from the crisis the teaching to further develop the regionalism and the system of local governments.
The essay pays attention to the main aspects of the institutional problems that have remained for years waiting for an appropriate response, such as concurrent legislative power, integration of the bicameral Commission for Regional Affairs, under Article 11 of the Constitutional Law. n. 3/2001; it also considers the story of fiscal federalism and coordination of the public finance, as well as the asymmetry clause provided of in art. 116, paragraph 3, Const., and the role of the special regions; moreover, it examines the story of the provinces and metropolitan cities, both strongly affected by the crisis legislation. Finally, in order to resume the sense of Italian regionalism, on the one hand it recalls the Constituent Assembly debate and, on the other hand, the thrust that the European order gives to the regionalism.

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