Federalismo e regionalismo come pluralismo territoriale e divisione dei poteri culturali

La «pluralità del potere di direzione politica» nello Stato federale (K. STERN) può cogliersi scientificamente solo attraverso un modello pluralistico, quale la teoria «mista» dello Stato federale. E richiede, altresì, la comprensione dello Stato federale come scienza della cultura, a fare da cornice per tutte le varie «miscele» ed esperimenti costituzionali di cui il federalismo (culturale) ha occasione di farsi laboratorio. Federalismo e cultura vanno così strettamente di pari passo, che, in Germania, è divenuto corrente il concetto plastico di «federalismo culturale», indovinata espressione che rispecchia fedelmente, e con immediatezza comunicativa, il collegamento esistente – storicamente come attualmente – tra Stato federale e cultura. Di qui, il «concetto aperto di cultura» (offenes Kulturkonzept) e il «pluralismo dei portatori di cultura» (kultureller Trägerpluralismus). Lungi dal costituire mero «folklore costituzionale», la sovranità culturale dei Länder rappresenta l’«anima del federalismo». Analogo discorso può farsi per il regionalismo. Specie nel contesto di un mondo globalizzato, è la tutela identitaria delle entità sub-statali che salva l’individuo dalla deriva economicistica e dall’omologazione nel mercato mondiale: l’uomo, e cittadino, precipita letteralmente in un abisso, se non è in grado di rivendicare in loco, nei singoli livelli – comunale, regionale, nazionale, europeo – della sua patria culturale, quella parte della propria identità che gli deriva dalla cultura. Le stesse libertà fondamentali, del resto, sono in fondo libertà culturali.
Ripercorrendo, tematicamente e sistematicamente, il suo pioneristico Kulturverfassungsrecht im Bundesstaat (1980), l’Autore di questo contributo – qui proposto nella traduzione italiana – segue le tracce del diritto costituzionale culturale lungo i diversi stadi di evoluzione testuale degli ordinamenti federali e regionali (Textstufenparadigma), in prospettiva comparata e soffermandosi, in particolare, sulla ricchezza espressiva esibita dagli Statuti delle Regioni italiane.

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The «plurality of political power of governance» in federal State (K. STERN) can only be scientifically understood whilst adopting a pluralistic model, such as the «mixed» federal theory of the State. Furthermore, it requires the comprehension of federalism as science of culture, as a frame for all the various «mixtures» and constitutional experiments of which (cultural) federalism has the opportunity to be a laboratory. Federalism and culture go so tightly together, that the plastic concept of «cultural federalism» is current in Germany, where this fitting expression faithfully and communicatively reflects the ongoing connection between culture and Federal State. Hence, the «open culture concept» (offenes Kulturkonzept) and the «pluralism of culture carriers» (kultureller Trägerpluralismus). Far from constituting mere «constitutional folklore», the Länder’s cultural sovereignty represents the «soul» of federalism. The same applies to regionalism as well. Especially in the context of a globalized world, it is the protection of cultural identity that saves individuals from a purely economic-oriented approach, on one hand, and from cultural uniformity in the world market, on the other. The man, and citizen, literally falls into a bottomless pit, unless he is able to claim in situ, on each level (municipal, regional, national, European) of his cultural homeland, that part of his own identity he gets from culture. Fundamental freedoms are themselves cultural freedoms at heart.
Thematically and systematically recalling his pioneering Kulturverfassungsrecht im Bundesstaat (1980), the Author of this essay (here presented in Italian translation) follows the tracks of cultural constitutional law along the different stages of textual evolution (Textstufenparadigma) in federal and regional systems, in a compared perspective and particularly focusing on the expressive richness displayed by Italian regional Statutes.

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