“Democrazia partecipativa” e processo di integrazione europea

In ambito europeo, la questione della c.d. «democrazia partecipativa» risulta connessa al problema del c.d. deficit democratico dell’Unione e alle specifiche declinazioni che del principio democratico rendono i Trattati europei.
Tale deficit – secondo quanto diffusamente si ritiene – sarebbe conseguenza dell’impossibilità di predicare l’esistenza di un «popolo europeo», posto che, nonostante le modifiche apportate dal Trattato di Lisbona del 2007, attori principali del processo di integrazione resterebbero gli Stati membri.
Entro questa prospettiva, la disciplina degli istituti di «democrazia partecipativa» sarebbe strumentale al rafforzamento del processo di integrazione e si esprimerebbe attraverso forme «tipizzate», sancite in favore dei cittadini dell’Unione. Da questo punto di vista, il lavoro tratta delle consultazioni effettuate dalla Commissione e dell’iniziativa legislativa dei cittadini. La conclusione è che, alla prova dei fatti, detti istituti non sarebbero in condizione di coinvolgere in modo soddisfacente i cittadini nei processi decisionali dell’Unione.

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In the European ambit, the matter concerning the «participatory democracy» is linked to the problem of the so-called democratic deficit of the Union, and to the specific meanings given by the European Treaties.
This deficit – as widespread opined – would be a consequence of the impossibility to affirm the existence of a «European People», given that the Member States still would be the main actors in the integration process, in spite of the changes made by the Lisbon Treaty.
From this viewpoint, the regulations concerning the institutes of the participatory democracy would be finalized to an enforcement of the integration process, and would articulate through «typified» instruments set in the interests of the citizens of the Union.
From this viewpoint, the essay concerns about the consults made by the Commission and about the legislative proposal assigned to the citizens. The conclusion is that, at the practical work, these institutes would not acceptably be able to involve the citizens in the European decision-making.

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